Tutti quei fumetti che posseggo e che ritengo essere essenziali nella propria biblioteca.Secondo i miei gusti discutibili di vecchio stato giovane negli anni 80

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1990 - Horror — I fumetti dell’insolito: l’ambizione della Comic Art

 Nel 1990, quando le edicole italiane offrivano ancora fumetti di ogni genere e per ogni tipo di lettore, fece capolino una rivista dal titolo eloquente: Horror — I fumetti dell’insolito. Si trattava del tentativo della Comic Art di inserirsi nella scia della moda horror che, grazie al fenomeno Dylan Dog, stava vivendo un momento di straordinaria popolarità.

Questa testata, però, non voleva limitarsi a cavalcare il successo del “detective dell’incubo”. L’obiettivo era più ambizioso: riallacciarsi idealmente a quell’esperienza editoriale pionieristica che negli anni Settanta era stata la collana Horror della Sansoni, e allo stesso tempo proporre in Italia il meglio della produzione internazionale del fumetto dell’orrore e del fantastico.

Le pagine della rivista offrirono così per la prima volta al pubblico italiano autori e personaggi di assoluto prestigio: le atmosfere cupe di Swamp Thing, l’occultismo urbano di Hellblazer, i sogni inquieti di Sandman. Un ventaglio che spaziava da Alan Moore a Neil Gaiman, con incursioni di altri grandi nomi del fumetto americano e non solo. Non mancò infatti la presenza di autori italiani che avevano lavorato per il mercato estero, come Attilio Micheluzzi, capace di fondere eleganza e inquietudine nei suoi lavori.

La rivista si fermò a soli undici numeri, ma seppe lasciare il segno. Memorabile l’episodio conclusivo con l’incontro tra Swamp Thing e Batman, illustrato dal magistrale Bernie Wrightson, che suggellava l’ambizione della testata: offrire un horror di qualità, adulto, raffinato.

Non mancarono scoperte e sorprese. Tra i disegnatori messi in luce dalla rivista vi fu anche l’americano Randolph, autore dal tratto quasi underground, che seppe trasmettere con efficacia le tensioni e le deformazioni dell’orrore, dimostrando che lo stile non convenzionale poteva reggere benissimo il confronto con la materia narrativa più disturbante.

Horror — I fumetti dell’insolito resta così una delle scommesse più affascinanti e meno ricordate della stagione fumettistica degli anni Novanta: una rivista che ambiva a coniugare intrattenimento popolare e grande qualità autoriale, e che oggi rappresenta una testimonianza preziosa di un’epoca in cui l’edicola era ancora un laboratorio aperto alle sperimentazioni.