Tutti quei fumetti che posseggo e che ritengo essere essenziali nella propria biblioteca.Secondo i miei gusti discutibili di vecchio stato giovane negli anni 80

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1987 - Morbus Gravis, Dr

 

Nel 1992, al compimento dei miei diciott’anni, i miei amici di scuola mi regalarono diversi volumi cartonati. Erano quei libri “di lusso” del fumetto che superavano le diecimila lire e che normalmente non potevamo permetterci: al massimo ci si concedeva un Dylan Dog o qualche rivista contenitore. Tra quei regali mi ritrovai tra le mani Morbus Gravis di Paolo Eleuteri Serpieri. Non conoscevo ancora l’autore, se non di fama per i suoi fumetti western, ma rimasi subito colpito da Druuna, la protagonista, e in particolare da quel fondoschiena che, a distanza di anni, considero ancora il più bello mai disegnato in un fumetto. Più ancora mi impressionò la storia: una trama malsana, fatta di corpi contagiati e ambienti soffocanti, resa con colori cupi e inquietanti. Con quel regalo di compleanno entrai di colpo nel mondo del fumetto adulto.

Quel volume, pubblicato nel 1987 dalle Edizioni Produzioni Cartoons, segna l’inizio di un percorso che avrebbe reso Serpieri uno degli autori più celebrati e discussi del fumetto europeo. Morbus Gravis si presenta in grande formato, un cartonato di 64 pagine “alla francese”, con una cura editoriale che già da sola lo distingueva dai prodotti seriali da edicola. Ma è il contenuto a fare la differenza: ambientata in un futuro oscuro e post-apocalittico, la vicenda racconta di una società piegata da un morbo che corrode corpi e coscienze, uno scenario in cui la bellezza prorompente di Druuna si staglia come miraggio e ossessione, salvezza e condanna insieme.

Serpieri utilizza la fantascienza come pretesto per spingersi ai limiti del rappresentabile, creando scenari claustrofobici, corpi deformati dal contagio, atmosfere plumbee che contrastano con la perfezione scultorea della protagonista, resa con un realismo pittorico senza eguali. La sua mano, attenta al dettaglio e alla sensualità, trasforma Druuna in un’icona immediatamente riconoscibile, capace di conquistare generazioni di lettori e collezionisti.

Morbus Gravis resta ancora oggi una lettura controversa. Da una parte è ammirato come esercizio supremo di virtuosismo grafico, testimonianza della capacità di Serpieri di fondere erotismo e pittura classica in un contesto narrativo disturbante; dall’altra è stato criticato per l’insistenza sul corpo femminile e per situazioni al limite del morboso. Proprio questa ambivalenza, tuttavia, ne ha fatto un’opera simbolo: uno spartiacque tra la narrativa a fumetti tradizionale e la dimensione adulta ed estrema del medium.

Con Morbus Gravis, Serpieri non soltanto ha creato una delle figure femminili più iconiche della storia del fumetto, ma ha anche aperto la strada a una stagione in cui il fumetto europeo ha osato spingersi oltre, affrontando tabù e convenzioni. Per molti lettori, come per chi scrive, quell’incontro con Druuna non fu soltanto la scoperta di un nuovo personaggio, ma l’ingresso in un territorio in cui il fumetto si faceva arte adulta, capace di turbare, sedurre e lasciare un segno indelebile.

Il volume lo si trova sui 10 euro nei siti di vendite online e ha un prezzo davvero esiguo per essere una prima edizione ma questo è dovuto alle innumerevoli ristampe ed allegati