Tutti quei fumetti che posseggo e che ritengo essere essenziali nella propria biblioteca.Secondo i miei gusti discutibili di vecchio stato giovane negli anni 80

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1978 Il Libro di Storia. Controstoria del mondo moderno (1400-1974 - 1978

 


Il Libro di Storia. Controstoria del mondo moderno (1400-1974 - 1978

L’altro giorno, frugando tra la carta da buttare, mi è capitato tra le mani un vecchio volume che inizialmente ho scambiato per un libro scolastico illustrato, forse destinato a ragazzi. L’ho raccolto quasi d’istinto, pronto a rimetterlo giù senza troppa attenzione. Ma appena ho cominciato a sfogliarlo, ho capito subito che non si trattava di un oggetto qualsiasi. Davanti a me c’era Libro di Storia. Controstoria del mondo moderno (1400–1974), un’opera che oggi si potrebbe definire un piccolo gioiello dimenticato.

Quello che mi ha colpito subito è stata la forza visiva: bicromie nette in ciano e rosso, impaginazione libera e fuori da ogni schema convenzionale, una grafica che non cerca di rassicurare ma di stimolare. Al suo interno, fumetti dal tratto underground, illustrazioni dal sapore artigianale e testi che mescolano ironia e denuncia, con una chiara intenzione di rovesciare lo sguardo tradizionale sulla storia.

Poi ho notato il nome dell’editore: Savelli. Un nome che ha avuto un ruolo centrale nell’editoria militante italiana degli anni Settanta. Attiva nella pubblicazione di testi politici e culturali della sinistra extraparlamentare, la casa editrice Savelli si distinse per la sua attenzione alla comunicazione alternativa e alla diffusione di contenuti radicali, rivolti soprattutto alle nuove generazioni.

Sfogliando il volume, ho avuto la sensazione di ritrovare un autentico frammento della stagione della contestazione. Libro di Storia propone una lettura alternativa della storia moderna, che parte dal 1400 ma evita consapevolmente i toni celebrativi e le narrazioni ufficiali. Al posto di re e conquiste imperiali, si incontrano rivoluzioni sociali, resistenze popolari, movimenti anticoloniali, la voce delle donne, dei lavoratori e degli studenti. Il tutto raccontato attraverso un linguaggio visivo che richiama tanto i manifesti politici quanto il fumetto sperimentale.

Non si tratta di un’opera neutra, e non cerca di esserlo. Il suo sguardo è chiaramente schierato, figlio di un tempo in cui l’educazione era anche uno strumento di trasformazione. Ma, al di là delle posizioni ideologiche, ciò che colpisce è il progetto editoriale in sé: un libro pensato per circolare nelle scuole occupate, nei collettivi, nelle biblioteche alternative, come strumento di riflessione critica e accesso a una storia “dal basso”.

Pubblicato nel 1974 da Savelli nella collana “La Nuova Sinistra” e curato nell’edizione italiana da Luigi Manconi, il volume si basa su un’opera collettiva nata in Svezia per mano di Annika Elmqvist, Gittan Jonsson, AnnMari Langemar e Pål Rydberg. L'intento era educativo, ma in senso ampio: formare coscienze attraverso un linguaggio visivo immediato, popolare e coinvolgente. La presentazione di Gianni Sofri, posta in apertura, ne inquadra chiaramente lo spirito, sottolineando l’originalità del formato e la sua capacità di parlare a una generazione in fermento.

Il libro si presenta in un formato generoso, circa 31 x 21 cm, con oltre 150 pagine illustrate, quasi tutte prive di impianto didascalico tradizionale. È un oggetto che vive della sua grafica: ogni tavola, ogni colore, ogni scelta compositiva partecipa alla costruzione del racconto. Un racconto che – pur appartenendo a un’epoca ben precisa – conserva ancora oggi una certa forza espressiva.

Trovarlo tra i rifiuti è stato come scoprire una testimonianza viva di un periodo in cui anche l’editoria sapeva prendersi dei rischi. In un presente in cui gran parte della comunicazione è appiattita e standardizzata, questo volume emerge come qualcosa di tagliente, ruvido, fuori formato. Non solo per ciò che racconta, ma per come lo racconta.

Libro di Storia non ha conosciuto ristampe ufficiali, e oggi è una rarità. Ma rappresenta un caso esemplare di quella stagione in cui grafica, militanza e divulgazione culturale si intrecciavano in maniera originale e provocatoria. Al di là del contenuto politico, resta un oggetto di grande interesse visivo, un bell’esempio di grafica alternativa e comunicazione non convenzionale.

Io l’ho trovato per caso, gratis, nel mucchio della carta da riciclare. Ma se vi incuriosisce, è ancora possibile recuperarlo nei mercatini dell’usato o online, a un prezzo che oscilla tra i 10 e i 20 euro. Vale davvero la pena di riscoprirlo