I Peanuts in Italia, una storia tutta da riscoprire
Il primo incontro tra l’Italia e i Peanuts non avvenne nel 1965, come spesso si crede, ma già nel 1961, quando il quotidiano romano Paese Sera cominciò a pubblicare le strip di Charles M. Schulz ribattezzando Charlie Brown con il nome “Pierino”. Era un’operazione di adattamento piuttosto comune all’epoca, nel tentativo di avvicinare un fumetto americano al gusto dei lettori italiani, anche se oggi fa sorridere pensare a Snoopy, Lucy e Linus attorno a un piccolo Pierino.
Pochi anni dopo, nel 1963, la casa editrice Milano Libri diede il via a una serie di eleganti volumi cartonati che raccolsero le prime strisce tradotte in italiano. Titoli come Arriva Charlie Brown o Povero Charlie Brown segnarono l’ingresso vero e proprio della “banda” nel nostro Paese e prepararono il terreno a quello che sarebbe stato l’autentico fenomeno editoriale: la nascita della rivista Linus, nell’aprile del 1965. Il nome stesso della testata era un omaggio al personaggio più filosofico della serie, e bastò poco perché il periodico diventasse un punto di riferimento culturale, mescolando fumetti, interventi critici e firme autorevoli come quelle di Umberto Eco e Oreste Del Buono.
Ma il 1965 fu un anno speciale anche per un’altra ragione, oggi quasi dimenticata. Nello stesso anno, infatti, la casa editrice Bompiani mise in commercio un piccolo libro quadrato di circa 12 centimetri per lato, dal titolo Amore è tenersi per mano e andare a spasso. Un oggetto curioso e raffinatissimo: massime sull’amore e sull’amicizia, brevi frasi a metà tra aforisma e poesia, accompagnate dalle vignette dei Peanuts. In copertina, però, nessun riferimento a Charles M. Schulz né al titolo originale della striscia. È probabile che in Bompiani non avessero ancora piena consapevolezza del valore filosofico e universale dell’opera di Schulz, o forse scelsero di presentarla come un libro illustrato “a tema”, per intercettare un pubblico diverso da quello dei fumetti.
Il risultato fu un volume prezioso che oggi rappresenta un piccolo tesoro per collezionisti. Non mancava nulla: sovraccoperta, cartonatura, una grafica interna elegante, perfetta per rendere la lettura un’esperienza estetica oltre che emotiva. Tanto che, quando la Milano Libri decise di ristamparlo nel 1967, l’edizione risultò inevitabilmente più povera, priva delle raffinatezze tipografiche che rendevano unico il piccolo gioiello Bompiani.
Curiosità non mancano. Per esempio, la traduzione italiana del volume Bompiani spesso non coincideva con la formulazione originale delle vignette di Schulz, e in alcuni casi vennero creati veri e propri aforismi inediti. Questo contribuì a far percepire il libro come un “manuale poetico sull’amore”, un prodotto più vicino alla saggistica leggera che al fumetto. Oggi sappiamo che era invece una straordinaria anticipazione di quello che il mondo avrebbe riconosciuto come la cifra stilistica di Schulz: un’umanità fragile e universale, espressa attraverso le parole dei bambini.
A distanza di sessant’anni, Amore è tenersi per mano e andare a spasso continua a circolare nelle aste online e nei mercatini dell’usato, con prezzi che oscillano dai dieci euro in su a seconda delle condizioni. È diventato un oggetto da regalo perfetto per gli appassionati e anche per chi non conosce a fondo i Peanuts, perché trasmette immediatamente quella miscela di dolcezza, malinconia e ironia che ha reso immortale l’opera di Schulz.
Pensare che tutto questo cominciò con un Charlie Brown chiamato Pierino e con un libriccino che la stessa Bompiani, forse, non riconobbe mai come un pezzo di storia della cultura popolare fa sorridere e riflettere. Ma è proprio così che nascono i miti: un po’ per caso, un po’ per intuizione e, soprattutto, grazie al potere intramontabile di immagini e parole capaci di parlare a ogni generazione.