Il Gioco di Manara: quando l’erotismo a fumetti divenne arte
Tra le tante meraviglie che si possono ancora scovare nei mercatini dell’usato, Il Gioco di Milo Manara rappresenta un piccolo grande tesoro per gli amanti del fumetto d’autore. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1986 da Olimpia Press, Il Gioco è molto più di un racconto erotico illustrato: è l’opera che ha proiettato Manara nel pantheon internazionale dei maestri della narrazione disegnata, consacrandolo come autore capace di coniugare sensualità, introspezione e raffinatezza estetica.
Al centro della vicenda c’è Claudia Cristiani, moglie fredda e altolocata di un industriale, la cui vita subisce una svolta imprevedibile a causa di un dispositivo sperimentale in grado di annullare i freni inibitori del cervello. L’oggetto del desiderio, in questo caso, è lei stessa, mentre un ambiguo scienziato manovra gli eventi come un regista voyeur. Manara mette in scena un erotismo disturbante, sospeso tra allucinazione e ironia, che non cerca il compiacimento ma l’esplorazione dei confini della volontà, del potere, del desiderio.
Se Il Gioco è stato più volte ristampato, in Italia e all’estero, sono le prime edizioni italiane a raccontare qualcosa in più sulla ricezione dell’opera e sul contesto culturale in cui nacque. La prima stampa, targata Olimpia Press, era un volume di pregio: grande formato, copertina telata con sovraccoperta illustrata, pagine patinate e colori originali firmati da Laura Battaglia, collaboratrice storica di Manara. Un’edizione per collezionisti, certo, ma anche per lettori adulti che cercavano un fumetto fuori dagli schemi.
L’anno seguente, nel 1987, arrivò la ristampa del Club degli Editori (CDE), destinata al mercato della vendita per corrispondenza. L’opera rimase praticamente invariata nei contenuti e nella veste tipografica, ma cambiò la copertina: non più blu, bensì rossa, con una nuova immagine tratta da una delle vignette più iconiche del libro. Una scelta che molti appassionati giudicano ancora oggi più efficace, perché meglio rappresentativa dello spirito del racconto.
Oltre al formato di pregio e alla colorazione originale, c’è un ulteriore motivo per cui queste due edizioni — Olimpia e CDE — sono particolarmente ambite: contengono le tavole originali e non censurate. In alcune ristampe successive, infatti, Manara stesso decise di modificare o rimuovere alcune sequenze, ritenute da lui “esagerate” o non più rispondenti alla sua maturità artistica. Una scelta che ha acceso dibattiti tra i puristi, che continuano a considerare la prima versione come la più autentica.
Non mancano le curiosità. In Francia, Il Gioco fu accolto con entusiasmo, pubblicato da Albin Michel e inserito nel filone dell’erotismo autoriale, dove Manara si affermò al pari di Crepax o Reiser. In Italia, invece, l’opera fu oggetto di controversie e fraintendimenti, oscillando tra il successo di pubblico e l’imbarazzo editoriale.
In una vecchia intervista, Manara confessò: «Il Gioco è nato come provocazione. Non lo rinnegherei, ma non mi ci riconosco più del tutto». Eppure, proprio questa tensione tra arte e trasgressione è ciò che continua a rendere l’opera viva. Non è un caso che ancora oggi, a quasi quarant’anni dalla sua prima pubblicazione, Il Gioco sia considerato uno dei capisaldi del fumetto erotico contemporaneo.
Chi fosse interessato a recuperarlo non deve spendere cifre astronomiche. Le edizioni Olimpia e CDE si trovano online tra i 15 e i 30 euro, spesso in condizioni eccellenti. Un acquisto consigliato non solo ai collezionisti, ma anche a chi vuole riscoprire un’opera che ha saputo spostare i confini dell’immaginario erotico con eleganza, tecnica sopraffina e uno sguardo sempre ambiguo, sospeso tra seduzione e inquietudine.