Tutti quei fumetti che posseggo e che ritengo essere essenziali nella propria biblioteca.Secondo i miei gusti discutibili di vecchio stato giovane negli anni 80

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Max Fridman - Rapsodia Ungherese. L'isola Trovata - 1982



Rapsodia ungherese è la prima avventura scritta e disegnata da Vittorio Giardino con protagonista Max Fridman, personaggio destinato a diventare un’icona del fumetto d'autore europeo. Il racconto fece la sua prima apparizione sulle pagine della rivista Orient Express, diretta dal mai abbastanza compianto Luigi Bernardi, e venne successivamente raccolto in volume dall’editore L’Isola Trovata nel 1982.

La storia è ambientata nel 1938, in una fase cruciale della storia europea, alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Max Fridman, ex agente dei servizi segreti francesi, torna in attività, suo malgrado, per una missione delicata che lo porterà a percorrere l’Europa orientale. Da Ginevra a Budapest, attraversando la Romania, la Grecia e infine Parigi, si snoda un’appassionante spy story che si intreccia abilmente con eventi storici reali e atmosfere da romanzo di Le Carré. Il viaggio si trasforma in un crescendo di tensione e disillusione, in cui la figura di Fridman emerge come simbolo di un’epoca sull’orlo del baratro.

L’edizione originale del 1982, che prediligo rispetto alle ristampe successive, è un volume cartonato di buon livello, composto da 90 pagine stampate su carta demipatinata nel formato 17x25 cm. La resa cromatica, affidata allo stesso Giardino, restituisce pienamente la ricercata eleganza grafica che caratterizza il suo stile. Le tavole, curate fin nei minimi dettagli, restituiscono l’atmosfera sospesa e cupa dell’Europa prebellica, mentre il tratto preciso e la composizione cinematografica delle vignette dimostrano una padronanza narrativa e visiva rara.

Va segnalata una piccola criticità, comune a tutte le edizioni di questa storia: il lettering piuttosto ridotto. Sebbene non infici la lettura, può risultare scomodo per alcuni, specie nelle sequenze più dense di dialogo. Resta comunque un difetto marginale a fronte di un’opera che ancora oggi mantiene intatta la sua forza narrativa, il suo rigore stilistico e il fascino discreto di un protagonista umano, tormentato e quanto mai attuale.

Tra le curiosità, va ricordato che Rapsodia ungherese vinse il Premio per la miglior opera straniera al Festival di Angoulême nel 1984, confermando il talento di Giardino a livello internazionale. Inoltre, la figura di Max Fridman si ispira chiaramente agli antieroi del noir classico e ai protagonisti della narrativa di spionaggio anglosassone, ma conserva una profondità tutta europea, capace di muoversi tra ideali perduti e rassegnazione storica con grande finezza.

Un’opera imprescindibile, non solo per gli appassionati di fumetto, ma per chiunque voglia riscoprire la complessità del Novecento attraverso una narrazione raffinata e densa di significati.