Tutti quei fumetti che posseggo e che ritengo essere essenziali nella propria biblioteca.Secondo i miei gusti discutibili di vecchio stato giovane negli anni 80

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Dylan Dog L' indagatore dellìIncubo. Mondadori

Nel 1991, sull’onda dell’incredibile successo riscosso da Dylan Dog, la Mondadori pubblica un volume cartonato di grande formato dal titolo Dylan Dog: L’indagatore dell’incubo. Un libro elegante e ormai storico, che raccoglie la prima storia speciale del personaggio, Il Club dell’Orrore, originariamente pubblicata nel 1987, nove mesi dopo il debutto ufficiale dell’inquilino di Craven Road.

Il volume, 132 pagine in tutto, è arricchito da una vera chicca per collezionisti e appassionati: La bambina, una breve storia inedita scritta da Tiziano Sclavi e disegnata da Angelo Stano, in esclusiva per questa pubblicazione. Una piccola perla malinconica, intensa e onirica, che da sola giustificherebbe il recupero del volume.

Ma perché possedere questo libro oggi?

Innanzitutto perché si tratta di Dylan Dog all’apice del suo splendore. Nel 1991 la serie Bonelli era un autentico fenomeno editoriale, e la sua popolarità era tale che l’albo in edicola all’epoca – il numero 45 – riportava in copertina una fascetta promozionale che celebrava “una tiratura da far paura”. Il personaggio, figlio diretto della poetica inquieta e visionaria di Sclavi, incarnava alla perfezione lo spirito degli anni Ottanta e l’immaginario horror gotico che tanto affascinava i lettori. Quel Dylan – fragile, romantico, grottesco e profondo – non è replicabile. Non perché manchi il talento tra gli autori successivi, ma perché non è più quel tempo. L’epoca che ha generato Dylan Dog, e che Sclavi ha saputo tradurre in fumetto con lucidità e dolore, è irripetibile. Le successive interpretazioni, come quella di Roberto Recchioni, rappresentano un'altra cosa. Possiamo discuterle, valutarle, magari apprezzarle per quello che sono, ma non sono quel Dylan Dog.

Anche dal punto di vista tecnico, questo volume ha un suo fascino specifico. La colorazione di Giovanni Giffuni, realizzata con strumenti digitali allora pionieristici, restituisce un’atmosfera che oggi suona “vintage” ma che all’epoca fu innovativa. Un uso del colore che richiama certi effetti da CorelDraw, ma senza cedere completamente all’abuso di sfumature che caratterizzò altri tentativi successivi. Qui, la resa cromatica è ancora sobria, funzionale alla narrazione, e mantiene viva la tensione narrativa delle tavole.

Il volume fu un grande successo editoriale, tanto che ne seguirono molti altri, sempre a cura di Mondadori, dedicati all’indagatore dell’incubo. Oggi si può ancora trovare, sia nei mercatini che online, in diverse ristampe. I prezzi variano, ma con un po’ di fortuna è possibile accaparrarselo a cifre contenute. Io, come spesso accade, l’ho trovato su una bancarella, pagandolo cinque euro: una prima ristampa, ma in ottime condizioni.

In definitiva, Dylan Dog: L’indagatore dell’incubo è un oggetto prezioso non solo per i collezionisti, ma per chiunque voglia riscoprire le origini di un personaggio che ha cambiato la storia del fumetto italiano. Un volume che racconta non solo Dylan, ma anche un’epoca. E che oggi, forse più di allora, ci ricorda perché abbiamo imparato ad avere paura dei nostri incubi.